Storia della famiglia
"Questa famiglia è di origine greca. Fu portata in Regno nel 1272 da Calò Giovanni che fu chiamato nobilis vir, il quale venne Ambasciatore per l’Imperatore Emmanuello Comneno di Costantinopoli al Re Carlo I d’Angiò, e nel 1298 fu eletto dal Re Carlo II per ricevere la mostra dei Baroni del Regno. I discendenti di lui si dissero Calò Giovanni e poi semplicemente Calò. Questa famiglia ha goduto nobiltà nella città di Bari nel Seggio, in Gallipoli, Taranto ed Oyra. Il Ramo di Gallipoli si estinse nel 1760 in Fausto Calò sacerdote. Ma checchessia di tutto ciò e di quant’altro trovasi pur riferito da altri scrittori (1), egli è certo che tale famiglia fu dalla seconda metà del secolo XVI trovavasi in Bari ed onorevolmente costituita nella persona di un Giovan Giacomo Calò, che nel libro dei battezzati dell’anno 1584 vien qualificato col titolo di messere (2), come è certo parimenti esser vissuto poco dopo un Properzio Calò anche in nobile stato costituito (3), dal quale l’attuale casa, per non interrotta, genealogia provviene. Infatti da detto Properzio e dalla sua consorte Anna de Nicolai della casa che ottenne in seguito col feudo il titolo di Marchese di Canneto nacquero in Bari Marco esimio scrittore (4), Angela, che nel 1647 andò sposa a Vincenzo Tresca nobile di Bari, ed Ignazio che dalla sua consorte Vittoria Ildaris della Nobiltà di Bitonto ebbe Saverio, il quale sposatosi a Cecilia Carducci, uno degli ultimi germogli di tale nobilissima famiglia, fu padre di Giuseppe (5), vale a dire di quello che sotto il cognome Calò Carducci fu nel 1716 aggregato alla Nobiltà Barese (6) Dell’anzidetto Giuseppe e della sua consorte Maria Barber Moltò Dama della Crociera di Vienna furono poi figliuoli Saverio (n. 1741), Tommaso (n. 1742), Giovanni (n. 1746), Romualdo Cassinese ed Ignazio (n. 1747), quale Ignazio unitamente ai suoi figliuoli Giuseppe Cav Gerosolimitano, Giovanni, Saverio e Cesare venne nel 1805 ascritto al Registro delle Piazze Chiuse (7). Arma — Di azzurro al leone d’oro rampante ad un albero sdradicato di verde con la fascia di oro attraversante sul tutto" Furono Sindaci di Bari: - Francesco Carducci nel 1508 – 1513 - 1519
"La nobile fameglia di Carducci sono anni cento in circa dalla città di Fiorenza è venuta in Bari. De duoi fratelli Andrea, e Filippo, li quali ambi duoi vennero in Bari, con officio di Percettore venne il predetto Andrea, et ambi duoi si maritarono in Bari, e pigliorno due sorelle di casa di Chiur Jannace, nelle quali s’estinse la loro nobile fameglia greca di Chiuri Jannace. La moglie d’Andrea si chiamava Guaragnella, la moglie di Filippo si chiamava Luisa. Il Filippo morse senza, figlioli; dall’Andrea, fu procreato Francesco Carduccio padre delli presenti Magnifici Andrea, Abb. Bartolomeo, e Paulo Carduccio. Li precessori del Magnifico Coladonato detto Gliro, et Abb. Cola Maria Carduccio vennero pur da Fiorenza, et prima habitarono nella Città d’Ostuno, e lo primo fu uno Aloisio di Carduccio, da cui furno procreati duoi suoi figlioli, uno nomine Smiraldo, l’altro Paulo Carduccio, questo Paulo s’accasò con la magnifica Hippolita Glira, sorella del quondam Magnifico Ludovico Gliro, dal quale matrimonio nacquero li Magnifici Coladonato, et Abb. Colamaria Carduccio, et Aloysio Carduccio. Venendo a morte il predetto Ludovico Gliro senza figlioli , instituette herede universale in una buona facoltà lo detto Magnifico Coladonato, e comandò in testamento che si cognominasse Cola Donato Gliro, Aloysio il fratello restò in Ostuno (1). (1) Questa famiglia, che secondo l’Ammirato portava anticamente il cognome Buonamici mutato poi nel 1380 in quello di Carducci, col quale ascese ai più alti gradi della Repubblica Fiorentina, venne in Bari nel 1474. Dei tre primi venuti Luigi passò in Ostuni, donde in progresso di tempo i suoi discendenti ritornarono in Bari, e si estinsero nelle altre tre nobili famiglie baresi dei de Rossi, degli Effrem e dei Tanzi, Filippo non ebbe discendenti, ed Andrea, che aveva tenuto precedentemente la Signoria di Bagliano in Toscana, fra gli altri figliuoli ebbe Paolo Signore di Montemesole in Terra d’Otranto e progenitore dalla famiglia Carducci Patrizia di Taranto, che esiste tuttavia, ed Annibale che fu il continuatore della famiglia Patrizia di Bari, la quale si estinse nella prima metà dello scorso secolo in Cecilia maritata nella casa Calò, che ne aggiunge perciò al proprio il cognome (vedi Beatillo, pag. 179 — Candida Gonzaga, vol. 3 pag 38 e vol. 4 pag. 10 – Crollalanza, pag. 287 — Galluppi, Nobiliario della città di Messina, Napoli 1878, pag. 209 — Garruba, pag. 628, 905, 923 - Lombardi, parte 2° pag. 197 — Volpi, vol. 2 pag. 71, 88, 109). |